Il Santuario della Madonna di Tindari 2018-02-21T12:28:23+01:00

Il Santuario della Madonna del Tindari

Credits. Effems (wikipedia)

Il Santuario di Maria Santissima di Tindari (detto anche Santuario di Tindari o Santuario della Madonna Nera o Primitiva Cattedrale di Tindari) si trova a Tindari, frazione di Patti, in provincia di Messina. Sorge sulla sommità del colle omonimo e domina i laghetti di Marinello inseriti nell’omonima riserva naturale orientata.
L’edificio attuale identifica e ricopre l’area ove è documentata la primitiva fortezza o castello di Tindari. L’ipotesi dell’esistenza della fortezza o castello di Tindari è supportata dalla presenza di merli o coronature nei preesistenti edifici di culto che rafforzano la tesi di antiche chiese ricavate in primitivi edifici fortificati. L’acropoli di Tindari occupa l’ampia parte sommitale costituita da un insieme di rocche tra loro raccordate. L’attuale parte archeologica, l’antica colonia greca di Tyndaris, occupa la parte più pianeggiante sull’asse est – ovest costituita dalla “strada imperiale”, esposta a settentrione e degradante in direzione Patti. L’attuale fulcro religioso, pur inserito all’interno delle fortificazioni, occupa l’estremità orientale a picco sul mare. La posizione d’avvistamento strategica spazia sulla porzione del golfo di Patti compreso tra le Isole Eolie a nord, la penisola di Milazzo a est e l’intera catena dei Peloritani a sud.
Le origini della statua bizantina della Madonna nera del Tindari sono legate ad una leggenda, secondo la quale la scultura, trasportata per mare, impedì alla nave di ripartire dopo che si era rifugiata nella baia dei laghetti di Tindari per sfuggire alla tempesta. La statua aveva lasciato l’Oriente per sfuggire alla persecuzione iconoclasta.
I marinai, depositarono a terra via via il carico, pensando che fosse questo ad impedire il trasporto, e solo quando vi portarono anche la statua, la nave poté riprendere il mare. La statua è quindi stata portata sul colle soprastante, dentro una piccola chiesa che dovette in seguito essere più volte ampliata per accogliere i pellegrini, attratti dalla fama miracolosa del simulacro.
La scultura lignea (in cedro del Libano) è orientaleggiante, bizantina, ed è databile tra la fine del secolo VIII e i primi decenni del secolo IX. La Madonna è nera, con un caratteristico e originale volto lungo non facilmente riscontrabile in altre statue religiose, ed è una Theotókos Odigitria rappresentata come Basilissa ossia come “Regina seduta in trono”, mentre regge in grembo il Bambin Gesù tenendo la mano destra sollevata, benedicente. In capo regge una corona o un turbante di tipo orientale.

Festa della Madonna del Tindari

Le celebrazioni in onore della Madonna, precedute dalla novena di preparazione, culminano come da tradizione nella solenne processione della sera del 7 settembre e nel Pontificale del giorno 8, durante il quale avviene l’offerta della lampada votiva. Nei due giorni il gran pullulare di gente dà una nota del tutto particolare alla vita di Tindari, facendo sperimentare che la festa in onore della Vergine è davvero un’espressione singolare della fede di un intero popolo.
I fedeli compiano pellegrinaggi da luoghi lontani per radunarsi attorno al suo simulacro, invocarla con acclamazioni o in silenzio, sciogliere un voto o formulare un serio proposito di cambiamento di vita, molteplici manifestazioni di un unico sentimento accomunante le migliaia di persone che giungono sul colle tindaritano in quest’occasione, come in tanti altri giorni dell’anno.