Pantalica (SR)

Non lontano da Siracusa, situata vicino a delle cave a cielo aperto si trova il sito di Pantalica. Il sito di Pantalica ha rilevanza ambientale e valore archeologico commisto.
A Pantalica, insediamento posto su un altopiano dei Monti Iblei, trovarono rifugio gli abitanti della fascia costiera costretti a scappare per l’arrivo dei Siculi e delle popolazioni italiche nella prima metà del XIII secolo a.C. Sull’acropoli di Pantalica si trovava, in uno dei punti più elevati dell’area, in una posizione dove si dominava la visione delle cave, il “palazzo del principe” Anaktoron.
Lo storico Strabone identifica il sito con Hybla, celebre per il suo miele.
Pantalica è il più importante dei siti protostorici della Sicilia sud-Orientale, rappresenta il luogo dove meglio è riscontrabile il passaggio tra l’età del Bronzo all’età del Ferro della zona, e preziosi elementi di sincronismo per la datazione di altre culture nel resto della Sicilia. Molto probabilmente, il sito fu abitato anche in precedenza ce lo testimoniano le evidenze archeologiche in base ai ritrovamenti litici.
Le numerosissime necropoli rupestri, circa 5000 ricchissime di corredi, sono state esplorate dall’archeologo Paolo Orsi. Esse, circondano l’intero abitato e prendono nome due periodi della protostoria sicula, quello del Bronzo finale di Pantalica Nord si contano circa 1500 tombe (tardo XIII-XI sec.a.C) e quello del Ferro di Pantalica Sud e in località Filiporto e Cavetta (850-730 a.C.) .
Esiste anche un periodo intermedio di deposizione quello detto di Cassibile (1000-850 a.C.)
Nel 2005 il sito è stato insignito, insieme con la città di Siracusa, del titolo di Patrimonio dell’umanità da parte dell’UNESCO per l’alto profilo storico, archeologico, speleologico e paesaggistico.