La Cattedrale della Natività di Maria Santissima – Siracusa 2017-06-20T20:01:16+02:00

La Cattedrale della Natività di Maria Santissima – Siracusa

La cattedrale della Natività di Maria Santissima sorge sulla parte elevata dell’isola di Ortigia, incorporando quello che fu il principale tempio sacro in stile dorico della polis di Syrakousai, dedicato ad Atena (Minerva) e convertito in chiesa con l’avvento del cristianesimo.

Considerata la chiesa più importante della città di Siracusa, è entrata a far parte dei beni protetti dall’UNESCO in quanto patrimonio dell’umanità. Il suo stile è all’esterno principalmente barocco e rococò, mentre al suo interno alterna parti risalenti all’epoca siceliota, poiché appartenenti al tempio greco e parti risalenti all’epoca medievale, costruite dai bizantini verso il seicento e così lasciate fino ai giorni attuali. La sua struttura interna è composta in diverse navate e cappelle, le quali hanno uno stile classico e decorato, tipico del barocco anch’esso.

Di grande significato religioso, custodisce statue, reliquie e spoglie di santi, martiri e nobili siracusani. I suoi arredi hanno visto il susseguirsi di artisti provenienti da più parti d’Italia e dall’estero. Da sempre simbolo della religiosità siracusana, la cattedrale attraversò le varie fasi storiche e culturali della città.

La facciata rappresenta una lavorazione molto complessa in quanto ricca di decorazioni e per questo essa è considerata l’espressione barocca più alta che vi sia nell’intera Siracusa. Essa presenta due ordini orizzontali separati da una trabeazione merlata. Il piano inferiore è formato da sei alte e robuste colonne costruite in ordine corinzio, di cui le quattro centrale sorreggono un elaborato timpano spezzato con merlature. Le quattro colonne inquadrano il portale centrale, il più grande. Mentre gli altri due portali, minori, sono delimitati nella loro parte esterna dalle due colonne laterali; esse sorreggono nella loro estremità le statue dei due martiri siracusani; San Marciano e Santa Lucia.

La cappella di Santa Lucia è di grande significato per i siracusani, poiché in essa sono custoditi cimeli e ricordi della propria storia. Tale cappella fu progettata dall’architetto siracusano Pompeo Picherali, verso gli anni del settecento. Vi si accede tramite una lavorata inferriata di ferro battuto costruita dal fabbro, anch’esso siracusano, Pietro Spagnuolo. La forma della cappella è a pianta rettangolare con una cupola sul suffitto. Gli affreschi che decorano la cupola sono opera del pittore milanese Mario Albertella che vi lavorò nel 1926. Al centro della cappella vi è un altare composto da paliotto d’argento realizzato da Desio Fornò sui disegni di Mauro Troia (1750-1800). Dietro l’altare vi è posto un quadro olio su tela raffigurante la vergine Lucia da Siracusa ed è opera di un artista ignoto che dipinse questo quadro verso il XIII secolo. Alle spalle del quadro vi è una nicchia, ovvero una cavità, nella quale vi è posto il prezioso simulacro argenteo di Santa Lucia. Esso è opera dello scultore palermitano Pietro Rizzo (1599-1600), mentre la cassa, anch’essa in argento, su cui poggia il simulacro, è attribuita a Nibilio Gagini, ed è decorata con bassorilievi che rappresentano le scene di vita della Santa. Il simulacro viene tenuto chiuso al sicuro dentro una custodia formata da due sportelli lignei e davanti ad essi un robusto cancello in ferro che la protegge, in quanto essa è considerata l’opera più preziosa del Duomo, e poiché un tempo venne rubata e poi ritrovata, da allora si sono prese misure più precauzionali. Una foto posta sul lato destro dell’altare consente di vedere la statua argentea della Santa in una raffigurazione della festività religiosa ad essa dedicata.