Enna – il Venerdì santo

I riti della Settimana Santa di Enna sono fortemente connotati dalla presenza di ben 15 confraternite. Dalla Domenica delle Palme fino alla tarda mattinata del Mercoledì santo queste, patendo in processione dalle rispettive chiese, si recano al Duomo per l’adorazione del SS. Sacramento, rito localmente detto l’ura.
Il Venerdì santo, al mattino, presso la Chiesa del SS. Salvatore, viene predisposta la sontuosa urna con il corpo di Cristo che riceve le visite dei fedeli. Nelle prime ore del pomeriggio, tutte le confraternite raggiungono il Duomo con i simulacri del Cristo morto e dell’Addolorata, raccolti lungo il percorso dalla Chiesa del SS. Salvatore e dalla Chiesa di Maria SS. Addolorata, per dar vita alla solenne processione serale.
Centinaia di confrati incappucciati, rivestiti con un saio bianco e mantelline di diversi colori, ordinati per appartenenza, si dispongono in silenzio davanti ai fercoli processionali; dietro questi il clero con la reliquia della Spina Santa. Vi sono anche molte bambine vestite da monachelle e bambini vestiti da angioletti. Aprono il corteo i confrati della Compagnia della Passione con vassoi con i simboli del martirio di Cristo (croce, chiodi, corona di spine, flagello, etc.), detti misteri. La processione, lentamente, raggiunge la Chiesa del Cimitero, ex Convento dei Cappuccini. Qui viene impartita la benedizione ai fedeli con la croce-reliquiario che contiene la spina della corona di Cristo. La processione quindi riprende per ritornare in Duomo dove si assiste al distacco tra la Madre e il Figlio.
La Domenica di Pasqua, nel pomeriggio, si svolge l’incontro tra il Cristo e la Vergine, a Paci. La Madonna, coperta da un manto nero, parte dalla Chiesa di San Giuseppe, mentre il Cristo risorto muove dalla Chiesa del SS. Salvatore per raggiungere il Duomo. Tra la madre e il figlio, posti alle estremità dello slargo antistante la scalinata che fiancheggia il Duomo, corrono dei confrati con gli stendardi annunziando la resurrezione. Quindi la Madonna incede rapida verso il Risorto lasciando scivolare il manto del lutto e, nel generale tripudio, gli si inchina innanzi.