La Cattedrale di Santa Maria La Nova
La chiesa di Santa Maria la Nova è la cattedrale della diocesi di Caltanissetta. Presenta un’ampia facciata spartita da lesene affiancate da due campanili e domina l’intera centralissima piazza Garibaldi. L’interno, a croce latina, è diviso in tre navate e sostenute da quattordici arcate, ciascuna dedicata ad un personaggio dell’Antico Testamento, e prima del bombardamento del 1943, sostenenti le figure dei dodici apostoli. Nel punto di intersezione fra i due bracci della croce, al di sopra dell’altare, si trova la cupola. L’apprezzabile serie di affreschi che orna la navata centrale è opera del pittore fiammingo Guglielmo Borremans (1670-1744) che lavorò nel capoluogo nisseno nel 1720. Le tre scene centrali costituite dalle scene dell’Immacolata Concezione, dell’Incoronazione della Vergine e del trionfo di san Michele, si presentano al visitatore insieme a raffigurazioni di angioletti, nuvolette e stucchi dorati a tema floreale. Nella seconda cappella di destra è notevole, invece, la presenza della splendida Immacolata, una statua lignea del 1760 con preziosi panneggi in lamina d’argento. Nella cappella situata a fianco di quella maggiore trovano posto le rappresentazioni dell’arcangelo Michele (patrono dal Seicento della città), simulacro in legno nato dall’abilità dell’autore Stefano Li Volsi, e degli arcangeli Gabriele e Raffaele, sculture marmoree realizzate dall’artista Vincenzo Vitaliano. Sull’altare maggiore si può ammirare l’Immacolata e Santi, una grande pala del Borremans. Meritevoli di attenzione, infine, un prezioso organo intagliato e decorato, una tela raffigurante la Madonna del Carmelo di Filippo Paladini (1544-1614) e un Crocifisso un tempo attribuito a fra’ Umile da Petralia (1580-1639).
Nella navata destra, presso la cappella del SS. Sacramento, un tempo cappella del coro, si ammira una grande vetrata compiuta in due tempi, nel 1958 e nel 1965, da Amalia Panigati, con le Storie della vita di sant’Orsola e di san Francesco Saverio.
L’esterno del duomo è valorizzato dal vasto ed animato piazzale, dedicato a Giuseppe Garibaldi: di fronte si erge la cinquecentesca chiesa di san Sebastiano, al centro la scenografica fontana del Tritone, di Gaetano Averna (sistemata in loco il 15 dicembre 1956), con il gruppo in bronzo del 1890 dello scultore Michele Tripisciano (1860-1913).
Festa di san Michele Arcangelo
La Festa di San Michele, il patrono della città di Caltanissetta, si svolge il 29 settembre. In occasione della festa, la statua seicentesca dell’Arcangelo sfila per le vie della città, tra la musica e le bancarelle della tradizionale “Fiera di San Michele”.
Racconta il Pitrè, che Caltanissetta riconobbe a San Michele Arcangelo la miracolosa intercessione che salvò la città dalla peste e per tale ragione. “… lo acclamò a suo patrono invece del Crocifisso che essa aveva sempre avuto“. La venerazione dei nisseni nei confronti dei loro santo protetto si è sempre manifestata con gran fede e in passato c’era tra i devoti chi osservava un particolare digiuno a partire dal primo lunedì dopo Pasqua. Questa pratica doveva essere rinnovata sempre nello stesso giorno e per nove anni consecutivi, al termine dei quali venivano fatte nove candele da accendere al momento della morte della persona che in vita aveva osservato il digiuno, al fine di farle ottenere la protezione e la compagnia degli angeli nel momento del trapasso. Il 29 settembre, in occasione della festa, la statua dell’Arcangelo, risalente al 1600 e scolpita da Stefano Rivolsi, raffigura il Santo con corazza ed elmo, secondo l’iconografia tradizionale. S. Michele, che sovrasta il maligno ridotto in catene, simboleggia la vittoria del bene contro il male. Il santo viene portato in processione dai devoti portatori al grido di: “E gridammu tutti! Viva u Principi San Michele Arcangilu“, dalla cattedrale al santuario di San Michele, dove rimane per alcuni giorni, durante il pellegrinaggio dei fedeli. Si narra che lo scultore provò molte volte a plasmare il volto del Santo, ogni volta restando insoddisfatto. Dopo vari tentativi, stremato, si addormentò e al suo risveglio trovò il volto del Santo già scolpito e bellissimo.
La celebrazione cittadina prevede la sfilata di bambini, vestiti secondo il costume del Santo, che precedono la banda musicale ed il fercolo del Patrono, portato a spalla dai fedeli scalzi. Infatti la caratteristica principale della processione consiste nel fatto che la statua del Santo è trasportata e seguita dai fedeli che, per grazia ricevuta, esprimono la loro devozione camminando scalzi.