Scicli – u Gioia
Straordinaria è la celebrazione della Pasqua a Scicli dove la cerimonia domenicale prende il nome di festa del Gioia o Omu vivu. La festa inizia la notte del Sabato santo presso la Chiesa di Santa Maria la Nova quando, tra le urla di gioia dei presenti, si celebra la resurrezione di Cristo. Nel corso della solenne funzione, a mezzanotte in punto, suona una campanella e, sospinto da un montacarichi, si solleva improvviso il simulacro del Cristo risorto da dietro l’altare; un corpo nudo, appena fasciato ai fianchi, alle cui spalle si dispiegano 24 lunghi raggi dorati, che porta in mano un vessillo rosso. È l’apoteosi. Le braccia dei fedeli si levano in alto, si sale sui banchi, si salta su di essi, ci si abbraccia, si applaude, si acclama.
Quando poi scende la calma e la folla defluisce, i confrati di San Giovanni sgombrano il centro del tempio dai banchi processionali e preso il fercolo su cui è stato innestato il simulacro del Risorto, lo fanno danzare in modo irruento, roteando e sollevando le aste sulle palme delle mani. Solo a tarda notte il Cristo è finalmente riposto in attesa della processione del mattino. Alle 12 della Domenica ha inizio la processione del Venerabile. Il SS. Sacramento, sotto un baldacchino, viene portato in processione accompagnato dall’Arciprete e dalle Autorità civili e religiose.
Successivamente tra scosse, strattoni e sbandamenti, la vara raggiunge lo slargo adiacente alla Chiesa di Santa Maria della Consolazione. Qui la vara riprende a volteggiare mentre esplodono petardi. Il vortice umano si arresta, riprende la marcia verso la Chiesa Madre, intitolata a Maria del Carmelo. La vara raggiunge, infine, piazza Busacca, davanti alla Chiesa del Carmine. Sostenuta dal suono della banda, compie di corsa tre giri poi, percorrendo via Nazionale, giunge in piazza Italia. Altre evoluzioni, altre acclamazioni. Dopo vari tentativi, il Risorto entra in Chiesa. La notte riporta il silenzio. Alle 23.00 hanno inizio altre nuove estenuanti evoluzioni per le vie della città.